Il mio intervento al Book City di Milano 2019 – Perché la società dovrebbe desiderare il contributo delle persone autistiche? L’ho schematizzato in dieci ragioni.
1. SMART
Le persone autistiche sono intelligenti: la loro capacità di processare gli elementi in modo estremamente razionale ha apportato grandissimi benefici alla società. Immaginate con me. 1,42 milioni di anni fa, nei pressi del lago Baringo, in Kenya, immaginiamo un gruppo di homo erectus rintanati in una grotta, completamente in preda al panico per i tuoni e i fulmini di una tempesta. Un fulmine cade e squarcia un albero davanti alla grotta, incendiandolo. Tutti gli uomini restano nella grotta, impauriti, ad osservare quelle lingue luminose mangiarsi il tronco. Tutti, tranne uno, che, sfidando la tempesta, esce dalla grotta, si avvicina all’albero, e prende un ramo portando il fuoco nella grotta. Ebbene, ci scommetterei che quell’ominide fosse autistico. E’ stato l’unico a razionalizzare i pensieri in barba al pericolo e alla paura. Ed è da 1,42 milioni di anni che cuociamo cibi e ci scaldiamo, evitando malattie e infezioni. La società deve dare spazio all’intelligenza delle persone autistiche, perché ha bisogno di nuove energie.
2. ECO
Le persone autistiche sono ecologiche: non sono per gli sprechi, e vanno subito al sodo. Non sono persone per vie lunghe e complesse: se una via è breve, esse la percorrono. Per andare da un punto all’altro non amano i giri panoramici: dritti alla meta, senza perdite di tempo e di energie. La società, invece, perde tempo ed energie in considerazioni poco utili, di contorno, e quando si tratta di tirare le somme, è esausta. L’ecologia delle persone autistiche è ciò che segna la differenza, perché studia bene quante energie impiegare e in quali attività.
3. CREATIVE
Le persone autistiche sono estremamente creative. Dobbiamo sfatare il mito che propone le persone autistiche come poco inclini alla creatività perché routinarie. Le persone autistiche possiedono un pensiero iconico: la mente delle persone autistiche funziona per immagini, ragiona a figure. L’immagine è ciò che di più potente c’è nella comunicazione. E le persone autistiche possiedono un pensiero arborescente, fatto di rami, di deviazioni… Unite google immagini a una rete fuzzy ed ecco che otterrete la mente di una persona autistica: supercreativa, super attiva. Ciò che la società deve fare è semplicemente darle spazio, perché, ad oggi, è ingabbiata in soluzioni e convinzioni vecchie, vetuste, e sta compiendo molti errori del passato, per questo.
4. LOYAL
Le persone autistiche sono leali e fedeli.
Nella foto ci sono due mie piccoli amici: fratelli, migliori amici. Il più grande affronta l’autismo del più piccolo con una sincerità che voi non potreste mai immaginare. Non lo ha mai abbandonato: mai. Mai. Lo ha accudito e lo accudisce nei momenti di crisi, e con enorme lealtà e fedeltà non gli rimprovera mai i momenti difficili. E c’è il dubbio che anche lui sia nello spettro. Io voglio una società dove le persone sono fedeli, dove non ti abbandonano se non gli servi più, dove ognuno trova il suo posto senza dovere lottare per averlo. Dove ciascun componente non si prende gioco degli altri appena può. Ed in questo la società ha molto da imparare da questi miei due piccoli, grandi amici.
5. HONEST
Di rimando, le persone autistiche sono tremendamente oneste.
E questa tremenda onestà deriva da una libertà di pensiero invidiabile.
Le persone autistiche sono oggettive: osservano la realtà in modo pulito, semplice, come si dovrebbe fare. Non la infarciscono di retaggi culturali, di pregiudizi. Non si preoccupano di fare felice questa o quell’altra personalità. Le persone autistiche sono libere, e da questa libertà deriva una onestà intellettuale che permette loro di individuare i problemi, e portarli alla luce. Ed è esattamente ciò di cui lquesta società ha bisogno.
6. FUNNY
Le persone autistiche sanno anche essere tremendamente divertenti. Sempre quei due miei piccoli amici mi chiamano “Sushi Simon”, perché il mio inglese, dicono, ha un accento giapponese…abbiamo riso tanto! E ciò che è bello, dell’ilarità delle persone autistiche, è che questa ilarità è una ilarità PULITA, SEMPLICE. Le persone autistiche possono divertirsi allo sfinimento con un particolare di un oggetto, o di una situazione, o con il suono di una parola, o con un nome… Pensate se la società, anziché fondare il proprio divertimento sulla osservazione dei limiti degli altri, si aggrappasse a questa semplicità. Avremmo una società migliore, che non deride, che non bullizza, che non sfida, che non isola. Avremmo una società che non genera solitudini.
7. EMPATHETIC
Sfatiamo un altro mito: le persone autistiche sono profondamente empatiche.
Potrei qui fare un discorso molto ampio circa i diversi tipi di empatia, ma non è il caso: non è una lezione, questa, è un incontro di idee… Resta il fatto, piuttosto, che le persone autistiche sono profondamente empatiche, a dispetto di quanto si dica spesso. Risentono in modo molto forte dell’ambiente che le circonda, e amano. Amano molto. Io penso sempre che le persone autistiche abbiano fatto loro il detto “Il bene non fa rumore”, e dovremmo ricordare che non è che se una cosa non fa rumore, essa non esista. Le persone autistiche sono empatiche, profondamente empatiche. Se non hanno ricordi con cui confrontare situazioni, possono faticare nel comprenderle. Ma quando le comprendono, provano le stesse vostre emozioni, gli stessi vostri sentimenti. E questa è empatia affettiva.
8. FOCUSED
Volete arrivare fino in fondo alle cose? Volete qualcuno che non molli mai la presa? Che resti affascinato, rapito da ciò che sta facendo, al punto da diventarne un esperto assoluto? Cercate una persona autistica che abbia quell’interesse speciale, ed il gioco è fatto. L’interesse speciale non è un hobby: è qualcosa che tu preferisci ad ogni altra cosa. E’ qualcosa che ti rapisce, che ti fa sentire bene, che ti fa sentire realizzato, profondamente felice. E’ come un fuoco d’artificio nella mente, e puoi ritrovarti a raccogliere tutte le informazioni disponibili, su quel tema, fino a diventarne un esperto di prim’ordine. Le persone autistiche sanno focalizzarsi sul proprio interesse speciale, ma sanno anche sfruttare quell’interesse per focalizzarsi su attività attinenti, o che lo prevedano come specialità. Poi crescono, e diventano progettisti delle linee di metropolitana, o esperti della lavorazione dell’argilla, o raffinatissimi accordatori di pianoforti capaci di sentire la differenza di 1 Hz fra le corde… Non c’è persona capace di focalizzarsi su un obiettivo come una persona autistica. Ed anche questo, soprattutto ora, serve, alla società.
9. REORGANISER
Le persone autistiche ridefiniscono le priorità su scale estremamente realistiche. La nostra società ha bisogno oggi più che mai di ridefinire le proprie priorità. Ha bisogno di riconsiderare la persona a partire dalla persona, e non dalle difficoltà di quella persona. E questo le persone autistiche sanno farlo bene. Penso sempre che le persone autistiche abbiano quel senso di realtà che permetta loro di vedere il bello del mondo, che, unito al senso di praticità, le porti ad osservare le cose come stanno. Riorganizzano le priorità vitali, in virtù di questa capacità di vedere il vero: i sentimenti, il senso di correttezza… Ed ancora una volta questa società ha infinito bisogno di questo punto di vista, perché sta sopravvivendo, e non vivendo. Stiamo sopravvivendo. Abbiamo bisogno di riorganizzare le nostre priorità. Ne abbiamo disperato bisogno.
10. WHY NOT
L’ultima ragione è, di fatto, un pensiero, una considerazione. In effetti, per deformazione professionale, penso sia giusto dare peso a quel detto che dice “C’è sempre l’eccezione che conferma la regola”: il sapere popolare mi ha sempre affascinato, e ci ho costruito una gran quantità di abilità.
Ebbene, più che chiederci perché la società debba includere tutte le persone, comprese le persone autistiche, chiediamoci: E perché non dovrebbe farlo?
La storia ci insegna che le popolazioni che hanno prosperato maggioramente, negli eoni, sono state quelle che hanno accettato una commistione di culture, di usi e costumi, di credenze. L’impero romano è caduto perché non ha saputo raccogliere l’energia degli incontri con gli altri popoli, e lo stesso è accaduto, nella antichità, con le dinastie egizie. E’ questa, la ragione: le persone si chiedono troppe volte “perché dovrei?” e non accettano il “perché no?”. Sembra quasi che vogliano darsi una giustificazione circa le proprie mancanze…
E’ il momento di cambiare, i tempi sono maturi: dobbiamo cambiare prospettive circa molti campi, autismo compreso. Abbiamo la cultura, abbiamo la tecnologia, abbiamo la conoscenza dei sistemi sociali: non possiamo permetterci di restare indietro, non possiamo permetterci di non sfruttare occasioni. La società ha bisogno di nuovi punti di vista perché la vita è come una partita di carte di Pokemon, e le persone autistiche possono fornire tutte le regole. Tutto il resto, è aria fritta.
Ed è con questa certezza che vi ringrazio per questo piacevolissimo incontro, e con tutti gli altri ricercatori vi auguro buon lavoro, e buona scoperta!
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